CHIRURGIA PTERIGOIDEA

CHIRURGIA PTERIGOIDEA

La chirurgia pterigoidea esiste da molto tempo ma l’impiego è stato poco promosso fino ad anni recenti, quando uno sparuto numero di dentisti, non collegati tra loro, hanno iniziato a praticare questa tecnica implantare di loro iniziativa.


Alcuni già pensavano di praticarla, ma in realtà inserivano impianti tuberali; altri invece, forse mediandoli da questi, hanno iniziato ad impiegare lunghezze idonee raggiungendo il processo pterigoideo dello sfenoide e conferendo loro caratteristiche molto interessanti. Alcuni anni addietro, in qualche sito web, si leggevano articoli in merito, ma veniva confusa la chirurgia pterigoidea con quella zigomatica.


L’impianto pterigoideo gode di un supporto bibliografico che affonda le sue radici negli anni, oltre che ad una review sistematica recente di Araujo del 2002.

La Scuola Torinese ha attualizzato le cognizioni anatomiche, ereditate agli albori del suo impiego, attraverso l’osservazione del materiale umano e l’impiego di tecniche diagnostiche e di pianificazione chirurgica, tali da ripetere sul paziente - mediante l’impiego di dime - l’inserimento dettagliato con elevato indice di precisa ripetibilità, impiegando correttamente software dedicati. In anni recenti, molti colleghi hanno frequentato master e corsi post laurea che contemplano lo studio di questo tipo di implantologia presso le Università di Pisa, Torino, Siena, Napoli, Roma e Palermo, acquisendo la dimestichezza necessaria alla progettazione ed applicazione della chirurgia guidata dei casi da eseguire in studio.


Questo permette di evitare l’invio alle case implantari che si avvalgono di altri soggetti, quali tecnici di varia estrazione; consente di pianificare quanto verrà eseguito dall’odontoiatra e di guidare l’inserimento dell’impianto attraverso la fabbricazione di una dima, che rappresenterà l’occhio e la guida all’inserimento implantare flapless. Contrariamente a quanto può avvenire nell’inserimento a “mano libera”, i corsi mirati per la pianificazione della chirurgia guidata impiegano software in grado di progettare le dime necessarie ai vari passaggi e di contenere i margini di errore a valori trascurabili e verificabili, fino alla quasi totale esclusione del potenziale errore.


Ne derivano presidi in grado di guidare l’inserimento implantare con grande precisione, quando posizionati nella cavità orale; viene condotta la preparazione e l’impianto verso le strutture ossee ad alta densità, adiacenti alle strutture anatomiche sensibili; vengono forniti pilastri implantari inseriti con torque di 60-80Nw., focali per garantire soluzioni idonee al carico immediato nelle riabilitazioni dei settori posteriori edentuli o nelle riabilitazioni totali o per incrementare la stabilità delle arcate riabilitate mediante impianti zigomatici, a2 o 4 impianti per lato, conferendo altri due punti di fissità al sistema.

Il tutto grazie alla semplice estensione concettuale di impianti inseriti in siti anatomici, le cui attuali conoscenze - grazie alle tecnologie 3D - sono alla portata di chiunque ne voglia usufruire.

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